Il nostro cervello divide i ricordi in pacchetti da 125 millisecondi.


Il nostro cervello divide i ricordi in pacchetti da 125 millisecondi ed


e' poi in grado di passare rapido da uno all’altro

Secondo gli scienziati norvegesi diretti da May-Britt Moser e Edvard Moser del Kavli Institute for Systems Neuroscience il nostro cervello crea delle mappe dei luoghi che vistiamo. Ogni ricordo viene inserito in un “pacchetto” (o registrazioni) da 125 millisecondi ciascuno siamo poi in grado di passare da un pacchetto all’altro rapidamente e senza confusioni.

Grazie a questa capacità cerebrale che, per esempio, quando ci svegliamo di soprassalto riusciamo, salvo rare eccezioni, riconosciamo subito il luogo in cui siamo, il cervello è subito pronto a “srotolare” la mappa mentale della stanza.

L’esperimento sfruttato dagli scienziati per capire come organizziamo i ricordi è davvero curioso. Gli esperti hanno infatti “teletrasportato” virtualmente dei topolini da una stanza A a una stanza B e hanno visto come reagiva il cervello degli animali a questo rapido passaggio di ambiente.

Per teletrasportarli gli scienziati hanno usato un gioco di luci: cambiando cioè l’illuminazione nella scatola in cui si trovavano i topi, questi credevano di essere proiettati istantaneamente dalla camera A a quella B e viceversa. I topi non si muovono da dove sono ma per il loro cervello, che ha imparato a riconoscere e distinguere A da B e che si è creato un ricordo di ciascuna stanza, il teletrasporto avviene “davvero”. Infatti gli scienziati hanno constatato che al cambio virtuale di ambiente, ottenuto giocando con le luci, immediatamente nel cervello dei topi si registra la mappa mentale, o più in generale il ricordo, di detto ambiente. Il pacchetto-ricordo può contenere pochi attimi di vita, 125 millisecondi, e il cervello è molto abile a passare dal pacchetto A al pacchetto B: lo può fare anche otto volte di seguito al secondo.

«Abbiamo ingannato i topi - spiega May-Britt Moser - ovviamente non c’è nessun teletrasporto ma abbiamo ideato un modo per farglielo credere reale». Infatti registrandone l’attività cerebrale si capisce che i topi realmente credono di essere passati da un ambiente A a quello B. E quando i ricercatori li teletrasportano, i topi sentono esattamente lo stesso genere di transitoria confusione che avvertiamo noi quando momentaneamente non sappiamo dove ci troviamo. Ma il cervello rimedia subito e non mischia mai il pacchetto A con quello B, al massimo può avere un piccolissimo ritardo nel passare da uno all’altro ricordo.

«Stiamo cominciando a far luce sui contorni e i meccanismi che compongono il mondo de nostri pensieri», conclude May-Britt Moser.

Commenti

Post più popolari