Come funziona la tua memoria


È l’ippocampo a memorizzare la successione temporale degli eventi passati, mentre la corteccia peririnale si occupa di dare un’identità alle memorie. Insieme, queste due aree cerebrali ci permettono di ricordare cosa è successo e quando è successo. Uno studio su Science

Cosa ho comprato prima, la frutta o il pane? Chi è arrivato per primo, Luca o Mario? Cosa ho mangiato prima del dolce? Quando richiamiamo alla mente fatti ed episodi, non basta averne un ricordo generico. È importante ricordare cosa è successo e quando è successo. In altre parole, bisogna che il nostro cervello segni il tempo ai ricordi, distribuendoli coerentemente nell’arco temporale. Sino a oggi, i ricercatori non avevano idea di quali fossero le aree cerebrali deputate a questa funzione. O meglio, sapevano che il cosiddetto lobo temporale mediale (MTL) si occupa di memoria declarativa, cioè la memoria di fatti, eventi o episodi. Ma ignoravano quale regioni, all’interno di questa area, coordinassero la rappresentazione del cosa e quando

Yuji Naya
 e Wendy Suzuki del NYU Center for Neural Science, in Usa, hanno svelato il mistero conducendo un esperimento i cui risultati sono descritti in un articolo pubblicato su Science. I ricercatori hanno messo alla prova alcune scimmie con un compito di memoria in cui dovevano ricordare quale fra due oggetti, presentati in sequenza, veniva loro mostrato per primo. Mentre svolgevano il test, alle scimmie veniva monitorata l’attività dei neuroni del lobo temporale mediale. 

Si è così scoperto che, all’interno del MTL, sono due le aree a dividersi i compiti: l’ ippocampo e lacorteccia peririnale. L’ippocampo, già noto per il suo ruolo nei processi mnemonici, si occupa di scandire la successione temporale degli eventi, calcolando qual è l’intervallo temporale tra un episodio e l’altro e stimando quanto tempo dovrà passare prima che si manifesti il prossimo. La corteccia peririnale, invece, sembra integrare le informazioni sul cosa e quando segnalando quale episodio è accaduto prima e quale dopo. 

“ Il Santo Graal delle neuroscienze è capire esattamente in che modo il nostro cervello registra e memorizza eventi importanti – ha spiegato Suzuki – si tratta di ricordi ricchi di eventi temporalmente contestualizzati. Già sapevamo che il lobo temporale mediale svolgeva un ruolo di primo piano in questo tipo di elaborazione, ma ciò che abbiamo scoperto con il nostro studio sono esattamente le regioni responsabili della memoria degli eventi e del loro ordine temporale”. La scoperta, oltre a gettare nuova luce sui processi cerebrali, aiuta a conoscere meglio (e quindi a curare in modo più efficace) patologie come l’ Alzheimer, che sappiamo interferire con la funzionalità del MTL.


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